Vigevano ci accoglie in una serena e rigida mattinata coronata dalle montagne vicine cariche di neve. Ore 10:30 inizia la cerimonia con il Cerimoniere, Mons. Maurizio Gervasoni Vescovo di Vigevano, che dà il benvenuto a tutti i partecipanti; siamo divisi in settori e nel nostro gli Alpini sono tanti e i gagliardetti fanno da ala ai lati del Palasport dove avviene la cerimonia. Si prosegue con la lettura della Causa di Beatificazione da parte del Card. Angelo Amato, rappresentante del Pontefice che dice: Laico e Martire, Eroico e Testimone del Vangelo, Difensore dei deboli ed oppressi sino al dono della vita, d’ora in poi sia chiamato Beato. Inizia poi la santa Messa dove l’altare è circondato ai lati da una schiera di vescovi, sono più di cento in porpora rossa. Cerimonia molto raccolta e partecipata, prima della benedizione il Vescovo Cerimoniere ringrazia tutti i partecipanti elencandoli per categoria con un elogio per la raccolta e sentita partecipazione. Ore 12:30 termina la cerimonia.
Teresio Olivelli
Un’esistenza di soli ventinove anni, finita in un lager. Nasce il 7 gennaio 1916 a Bellagio, ma presto la famiglia ritorna nei luoghi di origine, in Lomellina, diocesi di Vigevano. Si inserisce nella sua parrocchia di San Lorenzo a Mortara e frequenta l’Azione Cattolica. Dopo il liceo a Vigevano, si iscrive a giurisprudenza, all’università di Pavia. Allo studio e allo sport, unisce l’attenzione ai poveri. Nominato rettore del prestigioso collegio Ghislieri di Pavia a soli 27 anni, all’entrata in guerra dell’Italia, non sopporta che a combattere debbano andare solo i ragazzi delle classi sociali più umili. Vuole condividere la sorte dei più esposti, che sono destinati alla campagna di Russia, e ci va come sottotenente della Divisione Tridentina: fa pregare, incoraggia, conforta i più deboli e impauriti. Rientrato in Italia, non si arrende ai nazisti, arrestato è avviato ai campi di prigionia. Fuggito, si affianca alla resistenza cattolica: non assume un ruolo militare, ma formativo e di diffusione del valore morale della rivolta: le sue armi sono l’amore del prossimo e il sacrificio di sé. È perseguitato dai nazisti, perché si ribella all’odio e diffonde i valori dell’umanesimo cristiano: misericordia, perdono, libertà, giustizia. Nei lager di Fossoli, Bolzano-Gries, Flossenbürg e Hersbruck diventa testimone della fede e della carità. Nel campo di sterminio di Hersbruck, il venerabile Teresio Olivelli, dopo aver dato edificante testimonianza di autentico cristiano e di vero apostolo, muore alle prime ore del 17 gennaio 1945, sotto le percosse dei carcerieri.
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