Giovanni Brevi, noto come padre Davide (Bagnatica, 24 gennaio 1908 – Ronco Biellese, 31 gennaio 1998), è stato un presbitero, missionario e militare italiano, assegnato al Corpo degli Alpini, ed insignito di Medaglia d’oro al valor militare a vivente.
Nacque a Bagnatica il 24 gennaio 1908, si trasferì nel biellese e poi a Gazzaniga, provincia di Bergamo. Fin da giovane sente la vocazione missionaria e inizia gli studi nella Scuola Apostolica del Sacro Cuore di Albino, Bergamo poi nel Seminario di Bologna. Ordinato sacerdote nel 1934, l’anno successivo parte per le missioni nel Camerun francese dove lavora in mezzo ai lebbrosi e il 10 giugno 1940, viene internato dalle autorità francesi in un campo di concentramento. Liberato nel mese di novembre, rientra in Italia entrando nell’Ordinariato militare nominato Tenente Cappellano militare, parte per l’Albania assegnato al Battaglione alpini “L’Aquila”, 9º Reggimento, 3ª Divisione alpina “Julia”, e partecipa alle operazioni di guerra sul fronte greco. Nell’agosto 1941 viene trasferito al Battaglione “Val Cismon”, sempre appartenente al 9º Reggimento. Nel corso del maggio del 1942 rimpatria insieme a tutta la divisione che, dopo tre mesi di addestramento, il 15 agosto parte per il fronte russo, assegnata all’ARMIR. e viene fatto prigioniero dalle truppe sovietiche il 12 gennaio 1943 sulla strada Rossoš–Valujki,. Essere prete ed ufficiale gli valgono un “trattamento speciale” per fargli abiurare la fede e la patria, venendo rinchiuso in un campo di punizione. Scrive alla famiglia:
«… vitto, alloggio, trattamento non sono buoni. Non ci danno nemmeno quello che prescrivono le leggi del posto. Ma io rimango sempre sacerdote, ufficiale, cattolico, italiano. Ogni prova mi reca onore. Ogni insulto e calunnia fortifica. Pronto a venire a casa come a lasciare la pelle qua. »
Alle torture e alle privazioni risponde con maggior impegno nell’aiuto dei compagni di prigionia, inventa sempre nuove vie per poter celebrare messa, inizia scioperi della fame per il trattamento a cui sono sottoposti i prigionieri. Un documento russo del 1949 scritto dal Ministro degli interni Sergej Nikiforovič Kruglov a Vjačeslav Michajlovič Molotov cita:
«… Fervente fascista, uno degli organizzatori di due scioperi della fame provocatori. Durante una perquisizione gli è stato sequestrato un taccuino nel quale registrava i nomi dei prigionieri deceduti…»
Subisce tre processi, è condannato a trent’anni di lavori forzati da passare nei gulag, gira 36 campi, dal Mar Nero alla Siberia. Per dodici anni continua a pregare per i moribondi, alleviare le sofferenze dei vivi, difendere i prigionieri. Il 5 agosto 1951 gli viene concessa la Medaglia d’oro al valor militare a vivente ma viene liberato solo dopo la morte di Josef Stalin, e può rientrare in Italia il 14 gennaio 1954. Dopo un breve periodo di riposo riprende il suo servizio di cappellano militare nella Guardia di Finanza, assegnato alla 2ª Legione di Torino. Promosso capitano nel 1958 e cappellano militare capo nel 1961, si congeda nel 1976 con il grado di Maggiore, ritirandosi nella casa di famiglia a Ronco Biellese, dove muore il 31 gennaio 1998.
Ebbene , frugando nella memoria e poi nel nostro archivio, sono emersi dei documenti in base ai quali si è risaliti al lontano 12 Ottobre 1955 quando, in città, si è tenuto un raduno di Alpini al quale ha partecipato il nostro don Giovanni Brevi.
Dal giornale “Veci e bocia” siamo risaliti all’articolo che ricorda questo evento e noi siamo in possesso del testo del suo discorso e della lettera di ringraziamento di don Brevi per l’accoglienza riservatagli.
Commenti recenti